Amore e desiderio

2015-12-06-14.08.59

“Il desiderio non sa cosa vuole”

Saranno le imminenti festività natalizie, che la Mondadori della mia città sta diventando una meta frequente. Non ho ancora potuto appropriarmi de “La nobiltà di spirito” di Rob Riemen, che spulciando nel reparto saggi e filosofia mi sono imbattuto in un universale economico dal titolo : Le cose dell’amore di Umberto Galimberti.

Diviso in 19 capitoli, ne riassume il senso l’epigrafe di François de Rochefoucauld appena in testa all’introduzione dell’autore e che recita: “La cosa più difficile da trovare nei legami amorosi è l’amore.”

l'amore è un'altra cosa

cap 7 AMORE e DESIDERIO
Scrive Freud: “Dove amiamo non proviamo desiderio, e dove lo proviamo non possiamo amare“. Privo di desiderio, l’amore garantisce tenerezza, intimità sicurezza, ma non prevede l’avventura, la tensione e il senso del rischio che alimentano la passione. Dal canto suo il desiderio senza amore è stimolante, eccitante, vibrante, ma non ha l’intensità e il senso di un elevata posta in gioco che rendono profonda la relazione. Non ci è dato, se non per brevi attimi, di fare esperienza nello stesso tempo dell’amore e del desiderio verso la stessa persona. E questo perchè l’amore, che nasce sotto il segno della stabilità e dell’eternità, vuole ciò che il desiderio rifiuta. Il desiderio infatti, non sa cosa vuole.

cap 12 AMORE e TRADIMENTO

Non si dà amore senza possibilità di tradimento, così come non si dà tradimento se non all’interno di un rapporto d’amore. A tradire infatti non sono i nemici e tanto meno gli estranei, ma i padri, le madri, i figli, i fratelli, gli amanti, le mogli, i mariti, gli amici. Solo loro possono tradire, perchè su di loro un giorno abbiamo investito il nostro amore. Il tradimento appartiene all’amore come il giorno alla notte.

Nel saggio Il tradimento , che è possibile leggere in Puer Aeternus , James Hillman prende in esame le possibili reazioni al tradimento, indicando tra queste quelle che bloccano la coscienza e quelle che la emancipano.

Innanzitutto la vendetta , che è una risposta emotiva che salda il conto ma non emancipa la coscienza perché quando è immediata non ha altro significato se non quello di scaricare una tensione, mentre quando è procrastinata, quando attende l’occasione buona, restringe la coscienza in fantasie di astiosità e crudeltà, impedendole di fare qualsiasi altra esperienza. La vendetta rattrappisce l’anima.

Non diversamente opera il meccanismo della negazione . Quando in un rapporto uno dei due subisce una delusione, la tentazione è quella di negare il valore dell’altro prima idealizzato. Non si è voluto vedere l’ombra dell’altro quando si era innamorati, ora, dopo il tradimento, si ricaccia l’altro per intero nella sua ombra. Due eccessi, dove prima l’amore cieco e poi il cieco odio dicono quanto infantile e primitiva è la nostra anima. Le cose dell’amore di Umberto Galimberti.

(Arisa – L’amore è un’altra cosa.)

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